In pole position.
Tanto tempo fa gli ingegneri di Graz svilupparono un nuovo tipo di DNA.
L’ambizioso obiettivo di vendere per il 50% auto elettriche e per l’altra metà vetture ibride entro il 2025 sta spingendo la Volvo non solo a introdurre varianti a batteria dei propri modelli esistenti, ma anche ad ampliare la gamma attuale. Il lancio della XC40 P8 AWD Recharge, infatti, darà il la ad altri nuovi arrivi, tra i quali spicca una crossover a emissioni zero dal taglio sportivo accreditata col nome di C40 e attesa per la seconda metà dell’anno prossimo.
Cambia la ‘’regina’’. Il nuovo modello sarà caratterizzato da una linea del padiglione più sfuggente rispetto alle classiche sport utility svedesi e, stando alle indiscrezioni, potrebbe essere declinato anche in una variante dotata di motore endotermico, affiancata a quella full electric. Una completa elettrificazione pare scritta anche nel destino della XC90, pronta a rinnovarsi nel 2022 e, allo stesso tempo, a perdere lo scettro di ammiraglia a ruote alte della Casa svedese. Nel 2023, infatti, la Volvo inizierà a produrre la XC100, rivale designata delle varie Mercedes GLS e BMW X7, costruita sulla nuova generazione della piattaforma modulare SPA (SPA2). La XC100 dovrebbe essere proposta in due configurazioni, a sette o sei posti.
Le altre. Nel frattempo, anche il resto della gamma sarà in evoluzione. La berlina S60 riceverà il mild hybrid di serie con il restyling previsto tra un paio d’anni, e lo stesso trattamento verrà riservato alla variante familiare, la wagon V60. Dell'S90 e della V90, invece, l’aggiornamento di metà carriera è già stato svelato e ha introdotto l’ibrido leggero su tutte le motorizzazioni assieme a piccoli ritocchi di stile. Tornando alle Suv, un restyling della XC40 è programmato nella prima metà del 2022, mentre la XC60 rinfrescherà stile e contenuti ben prima, nella seconda metà del 2021.
Il pacchetto di assistenza alla guida di GLE ha diverse funzioni che consentono la guida semi-automatica, offrendo assistenza in numerose situazioni di guida quotidiane. Sistemi all'avanguardia che avvisano il conducente in caso di rischio imminente di collisione e intervengono, ad esempio, attraverso una frenata di emergenza autonoma per ridurre la gravità di possibili impatti o addirittura evitarle del tutto.
Euro NCAP elogia in particolare il fatto che si tratta di sistemi cooperativi che sostengono piuttosto che sostituire il conducente. Ad esempio, l’Active Steering Assist può supportare il conducente nella stezata in curva fino a 130 km/h, anche quando le linee della segnaletica stradale non sono chiare (ad esempio nei cantieri) o persino assenti. Pertanto, il sistema può efficacemente alleggerire l’impegno del guidatore soprattutto nel traffico stop-and-go e congestionato. Il sistema si può comunque disinserire in qualsiasi momento e assumere il totale controllo della vettura. La transizione intuitiva e armoniosa tra il supporto del sistema e la guida non supportata fa parte del carattere cooperativo del pacchetto di assistenza alla guida Mercedes-Benz. Per questo motivo, Mercedes-Benz GLE ha ricevuto il primo posto nella valutazione "Driver Engagement". È stato sottolineato che Mercedes-Benz non ha indicato come autonomi i sistemi di GLE, ma li ha chiaramente come sistemi di assistenza. Priorità bassa: con i sistemi di guida parzialmente automatizzati, il conducente svolge un ruolo attivo e mantiene il cointrollo della guida in ogni momento. In Mercedes-Benz, i sistemi sono quindi progettati in modo cooperativo in modo che sia stabilito sempre il miglior collegamento con chi è alla guida. In questo modo il Marchio offre ai propri clienti sicurezza, comfort e assistenza alla guida. Anche nella valutazione "Vehicle Assistance and Safety Backup", incentrata sulle prestazioni tecniche dei sistemi, la Mercedes-Benz GLE si è posizionata tra le migliori nella prova.
Quando ci si deve spostare con l’auto dopo una bella nevicata, ma soprattutto in montagna in inverno dove le strade sono in salita e, con la neve e il ghiaccio, si rischia di scivolare con gli pneumatici. In questi casi, sebbene si abbiamo a disposizione le gomme invernali, bisogna montare le catene da neve sul proprio veicolo. Può sembrare una banalità per chi già conoscere come fare, ma per molti non è scontato saperle montare. Ecco quindi una guida sul montaggio delle catene da neve sulla propria auto.
Innanzitutto bisogna avere alcune accortezze, per rendere più funzionale e semplice questa operazione: la prima cosa è chiaramente avere con sé le catene da neve. Il Codice della strada prevede le catene a bordo in ogni situazione se non sono montate le gomme invernali (il cambio gomme), però in zona montane o in tratti di strada che prevedono l’obbligo, le catene devono essere sempre portate con sé in caso di necessità.
In secondo luogo, quando ci si appresta a montare le catene è bene sempre avere con sé dei guanti da ferramenta, in quanto con le basse temperature le mani si possono raffreddare e l’operazione potrebbe essere più complicata del previsto. E inoltre avere un tappetino è l’ideale, in modo che non ci si debba inginocchiare sull’asfalto bagnato.
Per l’effettivo montaggio si procede stendendo le catene, una volta tolte dalla valigetta in plastica. Il puntale giallo del cavo rigido deve essere passato dietro alla ruota e passato dall’altra parte. Mentre le due estremità rigide sono tenute da entrambe le mani sopra lo pneumatico, bisogna attaccare le due estremità in corrispondenza del gancio metallico che si può vedere. Una volta fatto questo bisogna lasciare scivolare dietro alla ruota questa parte a far venire verso di noi la catena.
Si procede poi agganciando la catena gialla al gancio rosso, e la catena grigia va sistemata sul battistrada dello pneumatico. La catena gialla sarà verso di noi, e a questo punto si prende il puntale rosso da dietro e lo si fa passare nella carrucola e lo si stringe bene. Si continua poi facendo passare il puntale in gomma nell’occhiello rosso e lo si punta in un anello qualsiasi nella catena gialla in modo da stringerlo bene. L’ultima operazione è agganciare il puntale in gomma al gancio in alto, in modo da completare l’operazione.
Per fare questa operazione ci vogliono davvero pochi minuti: essa si ripete per tutte e quattro le ruote, così non ci sarà più il rischio di scivolare sulla neve, sebbene sia necessario prestare sempre molta attenzione al percorso e ai pericoli che ci possono essere. Chiaramente la velocità deve essere molto limitata rispetto al normale, in quanto le catene non permettono di mantenerla alta.
Ecco il video di Sos Neve dove viene spiegato nel pratico il montaggio delle catene:
Si tratta di un’operazione che molti non conoscono, o non ne hanno mai avuto necessità, ma è bene sapere come fare in caso di bisogno. Allo stesso modo bisogna conoscere ad esempio come fare per cambiare una ruota in caso che si fori lungo il percorso. Sono tutte piccole conoscenze che possono essere molto utili per ogni guidatore, soprattutto per chi è alle prime armi e non ha mai sperimentato queste situazioni.
Cosa significa 4WD? Si tratta di un acronimo inglese che sta per “four-wheel drive” ovvero quattro ruote motrici, e indica che la coppia motore del veicolo è ripartita in egual misura su tutte le ruote, ovviamente in quelli che le hanno. In questi casi si può anche chiamare 4×4, come si sente più spesso. La trazione è integrale, che è versatile per percorrere fondi sconnessi e per dare la stabilità necessaria ai veicoli, che possono essere dei fuoristrada piuttosto che auto progettate per chi vuole utilizzare il proprio veicolo non solo per andare sulla strada cementata. Ecco tutto quello che c’è da sapere in merito!
Come già accennato, la sigla 4WD sta per four-wheel drive, ovvero che la trazione è integrale e si distribuisce su tutte e quattro le ruote motrici, rispetto alla trazione posteriore o anteriore che si distribuisce solo è unicamente nelle ruote posteriori o anteriori. Questo fa sì che sia utilizzabile comodamente per veicoli dedicati al fuoristrada (come può essere la Ford Bronco) e per la percorrenza di fondi sconnessi, come possono essere strade sterrate o con forte pendenza e scarsa aderenza.
Un’altra caratteristica è che questa, per evitare slittamenti, funziona in modo da ripartire la potenza su un numero maggiore di ruote, di modo da non perdere aderenza. Un altro modo di chiamare il 4WD è 4×4, in particolare nei veicoli a quattro ruote. Ma esistono anche diverse varianti a seconda del numero di ruote motrici, come alcune mezzi militari che hanno fino a 8 ruote motrici e quindi la trazione può essere definita 8×8 (o anche 6×6 a seconda dei casi)
A differenza del 4WD esiste anche la denominazione AWD, che è anch’esso un acronimo che sta per “all-wheel drive“, ovvero tutte le ruote motrici disponibili possono utilizzare la trazione permanente o semipermanente. Esiste infine anche la IWD, ovvero “independet-wheel drive”, ovvero a ruote motrici indipendenti, che in sostanza ogni ruota fornisce la trazione da un motore indipendente, come può essere nelle auto elettriche.
Sempre per quanto riguarda le denominazioni, per chi non è esperto o addirittura non lavora nel campo della progettazione automobilistica o nella vendita, il termine 4WD potrebbe non significare niente, anche perché con l’avvento dei cosiddetti SUV questa sigla è andata un po’ a perdersi nel dimenticatoio, ma è comunque molto importante per che vuol conoscere e approfondire gli aspetti tecnici dei veicoli, che essi siano a quattro, a due o a più ruote.
Il 4WD auto è la trazione integrale, che si può basare su diverse caratteristiche: Differenziale, ovvero con sistemi basati su diversi tipi e numeri di differenziali che possono anche essere muniti di blocco differenziale che permette di controllare ancora di più la trasmissione; A frizione, ovvero che trasmesse la trazione da un asse mentre il secondo viene fatto funzionare dal motore stesso; Idraulico, ovvero che la trasmissione avviene in modo permanente su un asse, mentre il secondo viene azionato da un sistema idraulico.
In base al tempo di funzionamento il 4×4 si suddivide in Full Time, Part Time e Misto, e infine trazioni con funzioni ridotte si dividono in 4WD-Low o 4L, oppure 4WD-High o 4H.
Il controllo del sistema 4×4 può avvenire anche con un blocco del differenziale. Un’auto con tutti i differenziali sbloccati, ad esempio, fa perdere aderenza fa perdere anche la trazione. L’inserimento della trazione integrale può avvenire in tre modi: deciso dal conducente, demandato dall’elettronica di bordo o in maniera autonoma.
Infine in blocchi del differenziale possono essere: meccanici, pneumatici, elettronici o con sistema idraulico.